Kiss me, kiss me, cover my body with love!

Oh, to get a glimpse of what heaven is! oh, to be able to touch love! oh, to close your eyes and feel all the colors of the world in a single kiss! 

Avete presente quando ci si sente vivi e tutto ciò che ci sta intorno sembra perfetto? Quando ogni singolo oggetto sembra essere al posto giusto e quando, guardandosi dentro, tutto ciò che si percepisce è calma? Quello è il momento in cui ci rendiamo conto dell’effettivo peso corporeo dell’essenza vitale, che cominciamo a sentir concretamente scorrere dentro di noi. La si sente all’estremità delle dita nel suo colore dorato: a poco a poco lascia le mani e si riversa nelle vene. Una volta attraversate le braccia raggiunge il petto, il cuore, i polmoni, ci fa respirare più pesantemente ma in modo migliore: si è permeati da una sensazione del tutto diversa, una di quelle che non ci disturba, che non ci riempie di ansie o preoccupazioni, ma che ci fa sentire bene in tutto.

È esattamente questa l’esperienza che Tracey Emin (n. 1963), artista britannica di origini turche, condivide nelle sue opere, trasportandoci nel suo mondo di compassione, sofferenza e sogno, tramite messaggi d’amore scritti con luci al neon.

Tracey Emin – ‘Meet me in Heaven I will wait for you’, 2016, 110 x 359 cm, photo via publicdelivery.org

Il nome di Tracey ha cominciato a diffondersi nel mondo dell’arte durante gli anni ‘90. Il suo obiettivo non era riempire spazi di gallerie. Voleva semplicemente una vita comune, libera da qualsivoglia preoccupazione e delusione, ma sfortunatamente il suo destino non prevedeva tutto ciò. Nella sua opera autobiografica STRANGELAND (2005), l’artista ci racconta della sua entrata nel ‘mondo dell’Amore’ in giovane età. Da quel momento il suo corpo diventa il mezzo principale attraverso cui esprimere sé stessa. Amore la forma in ogni modo possibile, sia questo in positivo o negativo, la priva della sua infanzia e la conduce verso l’età adulta troppo presto; le dà in  mano in mano strumenti che non sapeva usare; le ha dato un biglietto di sola andata e l’ha lasciata sola in un mondo nuovo. È stato tuttavia a seguito delle sue travagliate storie d’amore che Tracey Emin è sbocciata come artista. Essendo una dei principali YBAs – acronimo per Young British Artists – è rimasta al centro dell’attenzione per un lungo periodo di tempo, diventando un bersaglio singolare a causa della sua arte controcorrente. 

‘My Bed’ per molto tempo non è stato nemmeno considerato un’opera d’arte, e si può immaginare il perché. È stato uno scandalo totale: un letto disfatto con lenzuola che uscivano dai bordi, un tappeto macchiato con mozziconi di sigaretta, bottiglie di vodka vuote, preservativi usati, pastiglie, reggiseni e mutande sparsi ovunque, polaroid della notte prima. Sono convinto che il letto ancora oggi abbia la forma del suo corpo stampata sulle lenzuola, sono convinto che il suo profumo aleggi ancora lì. Questo capolavoro è stato – o meglio, è ancora – un’incredibile intima istantanea della sua vita. Tracey ha lasciato al suo pubblico letteralmente un attimo del suo passato, per farci ricordare chi è stata e chi ancora oggi è. 

È come se avesse rinunciato ad un pezzo di sé. Non deve essere stata decisamente una scelta facile: ci vuole forza, coraggio e determinazione. Sareste in grado di rinunciare ad un pezzo della vostra vita intima e a renderlo pubblico? Sareste in grado di puntare i riflettori verso argomenti che sono considerati tabù e sempre – e metto l’accento su sempre – molto molto molto complicati da discutere? Vi sfido a provarci.

Tracey non si vergognava della propria vita amorosa perché alla fine aveva accettato sé stessa e aveva realizzato che non c’era nulla, in lei o nelle sue avventure, di cui vergognarsi. Accettando il passato, il presente e il futuro, ha fatto la sua entrata nel mondo dell’arte.

Tracey Emin – ‘My Bed’, 1998

Emin cominciò a sperimentare con le luci a neon durante gli ultimi anni ‘90, riversando messaggi che sono allo stesso tempo personali e universali. L’artista ci ha donato alcuni lavori memorabili in diversi colori, tutti specificamente con la sua calligrafia, e non con font per computer preimpostati. Questa scelta rivela il suo desiderio di puntare nuovamente l’attenzione sul carattere reale dei sentimenti, che seppure invisibili sono pur sempre palpabili. 

‘What color is a kiss?’

Per Tracey rosso intenso. Ciononostante, non è a sé stessa che pone la domanda. Lei usa il suo corpo, le sue parole, la sua presenza, per dare alle persone un messaggio d’amore e di speranza. oh, to trust people! Tracey ci sta chiedendo di quale colore, secondo noi, è fatto un bacio, e ci dà un’opportunità per rifletterci: perché davvero, quando è stata l’ultima volta che abbiamo tentato di dare un colore ad un bacio?

‘I don’t believe in love but I believe in you’

Che cos’è il vero amore? La risposta è soggettiva, il che significa che l’amore si crea a seconda delle circostanze e, più importante, a seconda di chi – o cosa – abbiamo di fronte. Non c’è nessun concetto d’amore perfetto. Quando pensiamo alla passione in senso lato abbiamo nella nostra mente un’immagine fissa, le cui fondamenta sono costruite con i nostri ideali, le nostre speranze, i nostri sogni. Sembra un’immagine impenetrabile e indistruttibile, ma il più delle volte irraggiungibile. Esistono sempre degli ulteriori aggiustamenti alla nostra idea d’amore, e questo perché ci si scontra con gli ideali altrui. Mai rinchiudersi solo in un’impenetrabile torre d’avorio.  Mai credere nell’amore soltanto. Credere nelle persone, e nei risultati che si possono ottenere lasciandosi andare. ‘I don’t believe in love but I believe in you’ dice Tracey. Aveva ragione? La risposta è, ancora una volta, soggettiva.

Torna in alto